MERCOLEDI 23 FEBBRAIO ALLE 17, al Teatro Stabile delle Sardegna ci sarà lo spettacolo "Il ballo delle anime". La scuola Pirandello porterà un gruppo di ragazzi ad assistervi. Lo spettacolo nasce da un ciclo di laboratori che ha visto impegnati, insieme agli attori della compagnia, un ampio gruppo di giovani attori provenienti da tutta Italia. Inoltre è debitore, per alcune suggestioni che lo hanno ispirato, a Il giorno del giudizio di Salvatore Satta e a La mastications des morts di Patrick Kermann.
"...sento che la pace dei morti non esiste, che i morti sono
sciolti da tutti i problemi, meno che da uno solo, quello di essere stati vivi" - Salvatore Satta
Il cimitero di un paese prende vita e si racconta... Racconta della donna emigrata in Africa per seguire il marito minatore e di quella emigrata in Svizzera per lavorare in fabbrica, del bandito ucciso dai carabinieri, del sindacalista, del soldato che ritorna dalla guerra, fino ad arrivare alla ragazza immigrata in Sardegna dall'America Latina e di quella laureata che vive lavorando in un call center. Ogni personaggio ci racconta della propria vita e della propria morte, o di quella dei propri cari. Tutte queste storie individuali si intrecciano e diventano la storia di una comunità. Realtà e finzione, cronaca e leggenda vengono volutamente intrecciate in questo lavoro dove a ballare è la povera gente, quella di ieri e di oggiAggiungi un appuntamento per oggi.
Il ballo delle anime nasce da una raccolta, svolta dagli stessi attori, di storie, testimonianze, ricordi di chi ha avuto esperienza di viaggi e di emigrazione dall'Isola, lunghe lontananze dalla propria terra e dalla propria casa, avventurosi ritorni, e le ha messe a confronto con altrettante esperienze consumate in altri luoghi dell'Italia.
Si è cercato in particolare, di ricostruire e far riemergere - grazie al racconto orale e a fonti bibliografiche, iconografiche e d'archivio - il rapporto che la gente ha avuto nel tempo con il flusso della storia e con gli spazi pubblici e privati, teatro della vita. Si è messo insieme un patrimonio di informazioni in cui memoria del passato ed esperienza del presente convergono. L'obiettivo pedagogico del progetto è stato di far praticare agli attori un teatro che si contamina con la vita, nella convinzione che la vocazione del teatro sia uno strumento di lettura del proprio tempo e che, per soddisfare questa sua vocazione, sia necessario "gettarsi nel mondo". Per raggiungere questo obiettivo si è proposto un teatro in cui gli attori sono diventati testimoni del proprio sapere. Lo hanno conosciuto e l'hanno trasformato in accadimento teatrale.
Veronica Cruciani